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I virus che viaggiano sulle superfici: quanto durano e come difendersi

Durante l’inverno bus e metro diventano anche ricettacoli di virus, in particolare di quelli del raffreddore e dell’influenza. Ma i pendolari rischiano di ammalarsi più spesso rispetto a chi non utilizza i mezzi pubblici? Come ci si può difendere? Lo abbiamo chiesto al professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia clinica di Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano.

Quanto durano i virus sulle superfici

Le goccioline che contengono virus possono rimanere “infette” per diverse ore, a seconda di dove cadono. Generalmente, i germi rimangono attivi più a lungo su acciaio inossidabile, plastica e superfici dure che su tessuto e altre superfici morbide. Altri fattori, come la quantità di virus depositata su una superficie e la temperatura e l’umidità dell’ambiente, determinano anche il tempo in cui i germi del raffreddore e dell’influenza rimangono attivi all’esterno del corpo.

Sui mezzi pubblici viaggiano soprattutto influenza e raffreddore

«Bus e metro trasportano anche i virus, mentre difficilmente i batteri seguono le stesse strade – spiega Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia clinica di Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano – . Nonostante il freddo e le basse temperature costituiscano un ambiente favorevole alla proliferazione degli agenti patogeni, questa osservazione riguarda esclusivamente i virus come quelli responsabili dell’influenza e del raffreddore». Per “viaggiare” da individuo ad individuo anche i virus preferiscono i mezzi pubblici: il contagio in luoghi chiusi e molto affollati è infatti altamente probabile. In altre realtà come quella degli Stati Uniti, ad esempio, nelle stagioni di maggior frequenza delle infezioni influenzali chi ha sintomi compatibili viene incoraggiato a non recarsi al lavoro mentre contatti fisici come le strette di mano sono generalmente evitate persino nello scambio del segno della pace durante la Messa.

Ma i pendolari rischiano di più?

Chi usa i mezzi pubblici rischia più di altri di ammalarsi di raffreddore o influenza? L’argomento è dibattuto e le risposte controverse. «Secondo l’Università di Nottingham (Regno Unito), le probabilità di contrarre i virus di influenza e raffreddore sarebbero sei volte maggiori per chi viaggia sui mezzi pubblici – chiarisce il professor Carlo Selmi -, anche se nello studio pubblicato su BMC Infectious Diseases si suggerisce che il rischio maggiore lo correrebbero gli utenti occasionali; quelli giornalieri svilupperebbero una sorta di resistenza. Naturalmente va notato come questo risultato possa essere il segnale di una vita sociale più attiva con maggiore movimento tra diversi luoghi e minor sedentarietà. Un’altra ricerca della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha smentito invece questa credenza intervistando quasi 6mila persone: il rischio per i viaggiatori era simile a quello corso da chi non usava i mezzi pubblici».

Il contagio: le gocce di saliva più visibili non sono le più pericolose

La trasmissione dei virus dell’influenza e del raffreddore avviene per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce. «È interessante notare – spiega Selmi – come le gocce di saliva più visibili non siano in realtà pericolose perché troppo pesanti per raggiungere il nostro interlocutore. Le gocce di dimensioni intermedie viaggiano nell’aria ed entrano in contatto con le alte vie respiratorie di chi ci circonda oppure corrimano, sostegni e sedili dei mezzi pubblici, che possono quindi aumentare le probabilità di contagio». I virus passano di mano in mano e, dal momento che con le mani ci tocchiamo il viso decine di volte al giorno, i microrganismi potranno penetrare nelle mucose di naso, bocca e occhi. Per non venire contagiati dovremmo riparare bocca e naso ma anche chiudere gli occhi!

Come rendere la vita difficile ai virus

Ci sono diverse buone pratiche adottabili da chiunque – contagiati e non – per rendere la vita difficile ai virus evitandone la trasmissione. È infatti vero che in teoria un virus che non trova un nuovo organismo da contagiare è destinato a terminare la sua corsa. Come ricorda il ministero della Salute è raccomandabile coprirsi bocca e naso quando si starnutisce o si tossisce, anche con l’interno del gomito se non si ha un fazzoletto a portata di mano, gettare via i fazzoletti usati e soprattutto lavarsi le mani accuratamente e di frequente: dopo aver starnutito e tossito, dopo essere stati in luoghi affollati. Se non abbiamo a disposizione acqua e sapone è indicato l’uso di gel alcolici, molto adatti se le mani non sono grossolanamente sporche. Secondo il CDC americano meglio se la concentrazione alcolica è tra il 60% e il 95%: così il gel sarà più efficace nella soppressione dei germi rispetto a quelli a concentrazione inferiore o per nulla alcolici.

Possiamo fortificare il nostro sistema immunitario?

Più che cercare di potenziare il sistema immunitario dobbiamo ricordarci che questo è efficiente se l’organismo gode di benessere generale «figlio di uno stile di vita sano, dieta bilanciata, regolare attività fisica e buon sonno». «Nei casi in cui il nostro sistema immunitario sia carente, come nel caso di terapie immunosoppressive per una malattia infiammatoria cronica, andrà incoraggiata la vaccinazione con maggior convinzione e monitorato l’andamento dell’infezione. – aggiunge carlo Selmi – . Alcuni fattori sono associati ad una miglior risposta alla vaccinazione anti-influenzale oppure a una infezione più rapida. Tra questi possiamo ricordare l’esercizio fisico nei giovani oppure l’assunzione di echinacea e di spirulina specialmente negli anziani. È interessante notare come sia una dieta troppo restrittiva con un apporto insufficiente di calorie sia l’obesità siano causa di un’infezione virale più severa. Infine, si ritiene che l’apporto di aglio e delle bacche di Goji sia benefico nella capacità di combattere l’influenza».

Metro di New York covo di batteri

«Uno studio del Weill Cornell Medical College (USA) pubblicato su Cell Systemsha messo sotto la lente del microscopio l’intera metropolitana di New Yorkrilevando la presenza di 637 specie di microrganismi: batteri, virus, funghi – ricorda il professor Selmi -. La maggior parte, tuttavia, non era pericolosa ed era costituita solo da agenti già presenti nel corpo umano dove possono sono generalmente innocui oppure possono dare infezioni solo in presenza di una riduzione della funzione immunitaria. Ma i ricercatori hanno anche rilevato la presenza di microrganismi resistenti ai farmaci e addirittura frammenti di Dna associati con l’antrace e la peste bubbonica». Purtroppo, dati non dissimili sono stati osservati anche su superfici che vengono lavate con scarsa frequenza come le tastiere dei nostri computer ma anche le cravatte dei medici in ospedale.

[Tratto da: www.corriere.it ]

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