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Da matematica e genetica nasce l’algoritmo per trattare in modo efficace le malformazioni vascolari

Con il nuovo strumento matematico si possono analizzare i dati di sequenziamento
di un tessuto prelevato durante un intervento consentendo di identificare le mutazioni genetiche in esso avvenute attraverso il confronto del Dna con quello del sangue.

C’è un algoritmo matematico che ora consente di fare un passo avanti significativo nella cura delle malformazioni vascolari, migliorando la vita dei pazienti: è stato presentato al VI congresso nazionale della Società italiana per lo studio delle anomalie vascolari Sisav tenuto a Trento. «Abbiamo lavorato per due anni unendo le specializzazioni di numerosi bioinformatici per arrivare al risultato – spiega Matteo Bertelli, presidente dei Laboratori Magi trentini che lo hanno sviluppato -. L’algoritmo apre oggi significative prospettive di avanzamento nel trattamento della patologia che finora causava molto spesso il ritorno del paziente in sala operatoria perché il problema si ripresentava anche a distanza di un anno». Con il nuovo strumento matematico si possono analizzare i dati di sequenziamento di un tessuto prelevato durante un intervento consentendo di identificare le mutazioni genetiche in esso avvenute attraverso il confronto del Dna del tessuto con quello del sangue. I dettagli dell’algoritmo erano descritti sul Journal of Vascular Surgery.

Evidenziate le aree su cui agire

«Ora con l’ospedale di Lille, in Francia – continua Bertelli -, stiamo compiendo un successivo importante sviluppo. L’algoritmo viene integrato all’analisi del tessuto compiuta con la spettrometria di massa sviluppata dall’ospedale, permettendo di indicare al chirurgo dove fermarsi nel suo intervento; cioè evidenziando con precisione le aree in cui agire. E tutto può avvenire in diretta durante l’intervento». Nelle malformazioni vascolari il ripresentarsi del problema è frequente. «Al congresso per la prima volta organizzato a Trento – nota il microchirurgo vascolare Raul Mattassi – c’erano pazienti che erano stati operati addirittura sette volte». Abbinando la matematica alla genetica, dunque, si apre anche la possibilità di una nuova strategia nella cura. «Dopo l’intervento, conoscendo con esattezza l’identità della malformazione – precisa Matteo Bertelli -, è possibile scegliere uno degli oltre dieci farmaci esistenti in maniera precisa proseguendo in modo più oculato la terapia, facilitando quindi la risoluzione della patologia. Con evidenti vantaggi per il malato e per il Sistema sanitario nazionale».

[Tratto da: www.corriere.it ]

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