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Incontinenza e ulcere: tutto quello che l’Oss deve sapere.

Di: Dr. Ivan Santoro (WCE Alzano Lombardo)

Con il termine “incontinenza urinaria” si intende una perdita di urina, che può variare da lieve a severa. Talvolta, i soggetti che hanno subito un qualsiasi tipo di trauma (probabilmente a seguito di un incidente o di un intervento chirurgico) e quelli costretti a convivere con una malattia cronica possono avere dei problemi d’incontinenza. Tuttavia, la maggior parte dei soggetti affetti da problemi di incontinenza o di controllo vescicale sono donne dopo la prima gravidanza, anziani e uomini soggetti ad ingrossamento della ghiandola prostatica. Come devono gestirli gli Operatori Socio Sanitari (OSS)?

Incontinenza: dati epidemiologici e teoria.

Secondo l’OMS sono almeno 200 milioni nel mondo le persone che soffrono di incontinenza urinaria. Si che stima nella popolazione tra i 15 e i 64 anni la prevalenza varia negli uomini tra l’1,5 e il 5% e nelle donne tra il 10 e il 30%.

L’urina è composta per il 95% di acqua normale e il 5% soluti organici, costituiti principalmente dall’urea. La pelle normale ha un pH compreso tra 5,4 e 5,9; questo ambiente acido ha un effetto battericida che limita la crescita di organismi patogeni. In caso di incontinenza l’area urinaria si decompone sulla pelle sotto forma di idrossido di ammonio, una sostanza alcalina che aumenta il pH della pelle e favorisce la proliferazione batterica. Se a questa aggiungiamo l’incontinenza fecale che svolge un ruolo importante nell’irritazione della pelle e può contribuire alla sua lacerazione. Le feci contengono enzimi, tra cui proteasi e lipasi, che degradano la funzione di barriera della pelle.

Incontinenza: come provoca le ulcere?

La presenza di eccessiva umidità sulla pelle provoca una riduzione della consistenza e della temperatura della pelle. Questo aumenta la vulnerabilità alle pressioni da contatto ed una riduzione del flusso sanguigno. Lavaggi e asciugature frequenti causano danni da attrito, pregiudicando la funzione di barriera della pelle. L’approccio migliore consiste in un tamponamento delicato. La presenza eccessiva di umidità sulla pelle può causare macerazione (troppa idratazione) ma anche eccessiva secchezza o screpolature durante il processo di guarigione delle lesioni.

Pertanto, nella prevenzione dell’insorgenza di nuove lesioni cutanee, risulta fondamentale, la gestione e la corretta scelta di un valido presidio per l’incontinenza, secondo i dati degli studi effettuati sull’impiego di questi presidi, l’uso del pannolone assorbente provoca una sorta di dipendenza e in circa il 70% dei casi causa una riduzione nella motivazione del controllo degli sfinteri con altre tecniche. Secondo il tipo di incontinenza è quindi importante chiedere al medico e all’infermiere che cosa si può fare per migliorare il controllo degli sfinteri.

Come individuare le ulcere da incontinenza?

Nella pratica quotidiana, individuare le differenze tra le ulcere causate dalla prolungata pressione in una determinata regione corporea e quella da prolungato o errato cambio di un presidio per l’incontinenza, talvolta risulta difficile, la rapida valutazione riduce sensibilmente l’utilizzo del presidio specifico per il specifico caso.

Le lesioni da incontinenza o da presidio errato si presentano in determinate aree, quella sacrale e quella ischiatica,di color violaceo con i margini circostanti gonfi, dolenti ed edematosi.

Vi è una prevalenza di incontinenza urinaria particolarmente elevata nei pazienti in contesti d’assistenza istituzionale. Più del 50% dei residenti in case di cura nel Regno Unito e negli Stati Uniti soffrono d’incontinenza urinaria. Un ampio studio su pazienti in strutture sanitarie e in ambito domiciliare ha rilevato che tra le persone completamente dipendenti, oltre l’82% è anche incontinente.

Presidi.

I presidi maggiormente utilizzati sono:

  • presidi assorbenti monouso;
  • condom/cateteri esterni;
  • sacche di raccolta.

Tralasciando i condom/cateteri esterni/sacche di raccolta di presidi assorbenti monouso, ne esistono di svariati tipi, nella scelta del tipo di prodotto assorbente da utilizzare si deve tener conto di:

  • abilità funzionale del paziente;
  • tipo di incontinenza e gravità;
  • disponibilità di assistenza;
  • eventuale fallimento di altre soluzioni;
  • preferenze del paziente;
  • integrità della cute;
  • eventuale presenza di comorbidità (la presenza o l’insorgenza di un’entità patologica accessoria durante il decorso clinico di una patologia oggetto di studio);
  • qualità e costo del prodotto.

Pannoloni a mutanda.

I pannolini, “a mutanda” assorbenti e monouso grazie alle diverse aziende produttrici possono trovarsi in commercio in varie tipologie e con diverso grado di assorbenza. I polimeri assorbenti trasformano l’urina in gel e la bloccano negli strati più profondi del fluff assorbente.

La superficie, generalmente di tessuto non tessuto, si mantiene asciutta e impedisce il contatto del bagnato con la cute, evitando così la macerazione o il rischio di irritazione dovuto al ristagno di urina.

La scelta del tipo di presidio deve essere particolarmente oculato nel caso in cui il paziente sia allettato onde poter contribuire, con un prodotto di buona qualità, come già accennato in precedenza alla prevenzione delle ulcere da decubito. Questi presidi sono prodotti per assorbire sia perdite di urna e contenere nei casi limite anche le perdite fecali.

Sono inoltre disponibili in varie taglie e misure con gradi diversi di assorbimento.

La scelta varia in base alla struttura del soggetto ed al tipo di incontinenza. I pannoloni-mutandina consentono il massimo assorbimento, ma sono ingombranti e limitano il vestiario che si può indossare. Possono essere indicati per i pazienti allettati, per persone dove la mobilità non è limitata sono consigliabili i presidi “sagomati”.

Pannoloni sagomati.

I pannoloni sagomati hanno forma rettangolare, cioè “sagomata”, per adattarlo facilmente alle svariate tipologie anatomiche degli utilizzatori. Al loro interno contengono cellulosa e al loro esterno hanno un foglio di materiale sintetico (a seconda dell’Azienda fornitrice) che permette di non far fuoriuscire eventuali perdite di urina o materiale fecale. Vengono sistemate ed associate con delle mutandine a rete con appositi elastici interni per contribuiscono a non favorire la fuoriuscita dei liquidi. I pannoloni sagomati sono presidi monouso concepiti per perdite urofecali medio-gravi che, a causa delle dimensioni, possono creare lesioni a livello inguinale e allergie, se mal posizionati.

Si ricorda, che sul paziente allettato, in media, per evitare arrossamenti o spiacevoli manifestazioni cutanee, è consigliabile cambiare il presidio almeno 4 volte nelle 24 ore.

Altri presidi monouso sono le traverse monouso, in diversi formati, utilizzate quando l’utilizzo dei pannoloni non sia possibile o non sia sufficiente. La barriera impermeabile della traversa protegge il materasso mentre la parte assorbente rivolta verso il paziente garantisce un’elevata assorbenza e permette alla pelle di traspirare normalmente. Utilizzate anche come supporto nell’igiene personale del paziente allettato.

Infine, nell’approccio olistico, del paziente a rischio di insorgenza di lesioni da decubito, il corretto utilizzo di presidi per l’incontinenza ricoprono non solo un ruolo basilare per l’igiene del paziente ma anche per la prevenzione della formazione di nuove e dolorose lesioni da macerazione o escludono peggioramenti di lesioni già esistenti.

Breve tecnica di sostituzione del pannolone:

dopo aver rimosso il pannolone usato ed aver eseguito l’accurata igiene del paziente:

  • preparare nell’apposito carrello il materiale necessario ed indossare guanti monouso;
  • ispezionare e controllare che vi sia presente la traversina monouso nel letto;
  • posizionare il paziente sul lato destro, facendo attenzione che non vi siano indicazioni sulle posture definite dal personale medico;
  • aprire il pannolone posizionando il lato con gli adesivi a monte del paziente e il lato senza adesivo a valle del paziente;
  • posizionare la metà del pannolone sotto il gluteo del paziente, le ali con l’adesivo devono essere in prossimità della schiena;
  • far ruotare il paziente in posizione supina, e il pannolone sarà posizionato per metà sul fianco destro del paziente;
  • girare accuratamente il paziente sul lato sinistro e stendere l’ala posta sotto il gluteo;
  • posizionare il paziente in posizione supina;
  • sistemare dal pube il pannolone;
  • liberare le ali posteriori dall’adesivo e incollarle sulle ali anteriori;
  • verificare che non vi siano formate pieghe nell’inguine, non dimenticando di allacciare gli adesivi in modo confortevole.

Bibliografia/Sitografia:

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