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L’importanza della formazione continua in RSA sia in materia di Wound Care che nelle tecniche assistenziali di base: un caso concreto.

Abstract

Esistono varie modalità di formazione ma tutte sono basate su tre aspetti fondamentali:

  • l’apprendimento delle conoscenze (SAPERE),
  • l’apprendimento delle capacità (SAPER FARE),
  • l’apprendimento dei comportamenti (SAPER ESSERE).

Questi tre elementi permettono la costruzione della strategia di comunicazione d’impresa.

La formazione continua (in medicina) mira ad aumentare le conoscenze fornendo nuove competenze, aiuta a migliorare la qualità del servizio (e prodotto) e prepara le persone a lavorare in teams. Il continuo aggiornamento è fondamentale in medicina, in quanto gli studi e le evidenze scientifiche in merito a determinati argomenti sono in continuo rinnovamento.

All’interno dell’organizzazione di una R.S.A. sono molteplici le figure professionali impiegate (Direttore Generale, Direttore Sanitario, Medico di Nucleo, Infermiere Coordinatore, Infermieri, Fisioterapisti, ASA/OSS e personale addetto alle pulizie e alle cucine).

Il nostro paese non è pronto ad assistere in modo corretto il paziente anziano fragile [1], a causa dei continui tagli economici effettuati dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi 50 anni, del periodo pandemico da poco attraversato, della mancata o scorretta pianificazione degli interventi a favore dell’utente (che richiede un’assistenza sempre più specifica e performante) e della scarsa progettualità formativa del personale esistente.

In questo articolo si vuol individuare una possibile strada da percorrere per trasformare le Strutture Residenziali in reali Strutture Extra-ospedaliere (quali ora non sono) con il personale formato in ambito del Wound Care (cura delle ferite) e delle tecniche assistenziali di base, il tutto attraverso un caso concreto.

Introduzione

Brevemente, la storia delle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) inizia tra gli anni ’80 e gli anni ’90, dapprima con la legge finanziaria del 1988 e poi con la svolta avuta nel 1992 con il Progetto Obiettivo Anziani, dove si definiva l’RSA una Struttura “extra ospedaliera”. Tale struttura è riservata a persone non autosufficienti ultrasessantacinquenni (pazienti fragili) e dove si sarebbe dovuto rispettare tutta una serie di standard di qualità che a tutt’oggi in rare eccezioni si possono oggettivamente verificare [2].

Il periodo pandemico ha evidenziato in modo esponenziale un elevato turnover di operatori sanitari all’interno di queste strutture. Medici ed Infermieri sono stati richiamati dalle strutture pubbliche per sopperire alle esigenze organizzative degli HUB vaccinali e delle postazioni per l’esecuzione dei tamponi. Pertanto le RSA hanno sopperito a questa emorragia di forza lavoro assumendo operatori anziani, operatori in pensione retribuiti a gettone ed operatori sanitari appartenenti alla Comunità Europea e non. Quindi ancora tutt’oggi, si rileva la presenza di una forte componente lavoro con grosse difficoltà di comunicazione in quanto non di madrelingua italiana. Il capitale umano resosi reperibile per sopperire alla carenza di forza lavoro italiana, ha portato ad un abbassamento dei livelli qualitativi dell’assistenza. La non conoscenza approfondita della lingua Italiana, riconosciuta abbastanza complessa nella sfumatura dei termini, ingenera facilmente fraintendimenti che comportano interventi inidonei, dalle tecniche di base a quelle più specifiche (vedi nell’approccio sia della prevenzione che il trattamento delle ferite cutanee) nei confronti degli ospiti che rientrano nella categoria dei “pazienti fragili” con le evidenti conseguenze.

Pertanto diventa di fondamentale importanza, capire e valutare la preparazione del gruppo di lavoro per poterlo oggettivare e di conseguenza improntare delle linee guida o protocolli confacente allo stesso nel rispetto della legge Gelli-Bianco.

Materiali e metodi

In uno dei casi dove mi ha visto coinvolto come Coordinatore, con il supporto della Direzione Sanitaria e di un componente anziano per professione sanitaria (Oss, Ft, Infermiere) è stato stilato un questionario per la rilevazione dei fabbisogni formativi che ha evidenziando le tematiche principali precedentemente individuate, tramite l’osservazione diretta degli operatori nelle attività quotidiane di assistenza.

Tale questionario ha cercato di mettere in luce le aree critiche carenti di informazioni, per poter estrapolare dati utili per un percorso formativo performante.

Sono stati intervistati tutte le figure sanitarie rappresentative e presenti in struttura:

  • 7 Infermieri,
  • 2 Fisioterapisti,
  • 20 Asa/OSS,
  • 1 Educatrice.

Il campione è così suddiviso: (Tabella I campione intervistato).

 

 

 

 

 

 

Il questionario comprendeva 10 domande che indagavano:

  • La propensione a frequentare corsi di formazione.
  • La motivazione a frequentare corsi di formazione
  • La modalità di frequenza in merito al luogo.
  • Eventuali temi da trattare
  • La finalità di un corso di formazione
  • La formazione come mezzo di aggregazione del team
  • Aree di miglioramento nella collaborazione del team mediante l’implementazione della formazione
  • Competenze informatiche adeguate
  • Competenze linguistiche adeguate
  • Aggiornamento dei protocolli assistenziali.

 

 

 

 

 

 

 

Tabella II Questionario RSA.

Un’altra criticità rilevata fin dai primi giorni di attività lavorativa in tale struttura è relativa alla macroarea della prevenzione e trattamento delle Lesioni cutanee complesse di cui fanno parte:

  • Lesioni da pressione (Ulcere da Decubito)
  • Lesioni da Piede Diabetico
  • Lesioni vascolari.

Il Team assistenziale si è sempre limitato alla mera esecuzione della semplice medicazione impostata dal medico di struttura o dal MMG. Mentre nella documentazione infermieristica informatizzata veniva trascritta la sola parola “Eseguita Medicazione”, dove necessitava un immediato intervento.

E’ stata fatta una progettazione formativa trimestrale divisa in due parti:

  • Parte teorica in merito agli aggiornamenti relativi alla materia del WOUND CARE.
  • Parte pratica sviluppata come laboratorio didattico in cui ogni operatore eseguiva i vari passaggi unitamente alla presenza del Tutor (individuato nella mia persona).

La parte teorica è stata formulata sia per l’aggiornamento del personale sia per uniformare le attività sul campo.

E’ stata schematizzata la matrice RACI (Responsible, Accountable, Consulted, Informed) che individua cosa deve essere fatto e da chi, in modo da individuare:

  • le persone che sono responsabili di portare a termine il lavoro,
  • le persone che sono responsabili di supervisionare ed approvare il lavoro,
  • i soggetti che devono essere consultati al momento di un’eccezione,
  • le persone che non hanno bisogno di essere coinvolte attivamente ma che hanno comunque interesse nell’esser tenute informate.

 

 

 

 

 

 

 

Tabella III Tabella RACI

Legenda:

C= COINVOLTO     R=RESPONSABILE    I=INFORMATO [3].

Discussione

Con la trasformazione in atto dell’RSA ed a causa del continuo turn-over che ha colpito questa tipologia di Strutture, si è ritenuto necessario revisionare protocolli e le relative istruzioni operative. Pur presentandoli attraverso una convocazione ufficiale, ancor oggi l’interesse nei loro confronti per diverse motivazioni si è dimostrato il “tendine d’Achille” del gruppo di lavoro, tanto da dover applicare spiacevoli interventi disciplinari ad personam, onde evitare eventi avversi sia nei confronti del paziente che del personale stesso.

I gruppi di decisione e di coinvolgimento dei dipendenti sono per lo più progettati principalmente per “la sicurezza innanzi tutto”, che serve a proteggere in primis l’organizzazione e a seguire la salute degli operatori. Tuttavia, anche se in questo caso si sono applicate regole di condivisione di obiettivi, il semplice fatto di aver sottoposto ed imposto dei protocolli dall’alto, ha fatto in modo di creare resistenze. Purtroppo dovendo aggiornare in fretta tali protocolli, la condivisione è stata relativa solo al mero documento ma non al processo. Questo atteggiamento ha procurato un’interferenza sull’identità sociale del gruppo che lo ha portato a convergere su una posizione non prototipica dell’ingroup.

E’ stato particolarmente impegnativo far comprendere l’importanza della formazione, sia on the job che in remoto finalizzata non solo al miglioramento del processo lavorativo ma anche a tutela degli operatori dal punto di vista legale. Anche qui come ultimo punto il riferimento al paziente, che per quanto possa essere il cliente finale, non viene considerato come il perno principale di tutte le attività.

In una visione Taylorista del lavoro, l’operatore è orientato all’ottimizzazione del suo tempo che debba dare alti rendimenti nella catena del valore. Per quanto sulla carta si parli di assistenza incentrata sul paziente, la realtà ci dimostra che l’assistenza è orientata all’ottimizzazione dei processi aziendali ed ad una complessa politica di risparmio sui costi fissi e variabili che si sostengono.

Per quanto concerne la principale macroarea coinvolta, prevenzione e trattamento delle lesioni cutanee complesse, si rendeva necessario conoscere ed applicare correttamente la valutazione

preventiva e dove necessario pianificare senza errori il percorso di trattamento per evitare interventi scoordinati e disomogenei, che in passato avevano portato a risultati infausti.

Le azioni correttive messe in campo sono state:

  • Fotografia della lesione cutanea all’ingresso, ogni 15 giorni, ogni miglioramento/peggioramento (l’autorizzazione alla documentazione fotografica viene inserita nel consenso informato che il paziente o il tutore firmano all’ingresso in struttura).
  • Studio e verifica con il team di superfici antidecubito e posizionatori esistenti, rispettando attentamente il rapporto costo/benefici.
  • Studio e verifica con il team dei presidi medici, quindi delle medicazioni esistenti ed eventuale sostituzione delle stesse con prodotti innovativi ed efficaci (medicazioni tradizionali /medicazioni avanzate)
  • Pianificato un progetto di formazione trimestrale sul corretto utilizzo degli ausili e dei presidi in ambito del Wound Care e Wound Healing.
  • Previsto un training relativo alle corrette manovre di mobilizzazione e movimentazione del paziente da parte degli operatori ausiliari in collaborazione con i fisioterapisti.

I risultati, ancor oggi in via di perfezionamento sono stati i seguenti:

  • Miglior approccio al problema lesioni cutanee, rendendolo oggettivabile.
  • Presa in carico a 360° del malato fragile da tutto il team medico-infermieristico-fisioterapico e assistenziale.
  • Miglior utilizzo delle risorse esistenti.
  • Aumento dei costi iniziali ma con diminuzione nei primi 8 mesi dei costi relativi all’acquisto di devices e manutenzione degli stessi.
  • Integrazione del personale per attività e responsabilità
  • Maggiore collaborazione dei Medici con gli operatori sanitari.
  • Miglioramento della comunicazione tra operatori e miglioramento della qualità di vita del malato fragile.

 

Conclusioni

Come tutti i cambiamenti non è stato facile vincere le resistenze dell’organizzazione. E’ stato particolarmente impegnativo far comprendere che il cambiamento non solo migliorava le attività lavorative ma che tutelava tutti gli operatori dal punto di vista legale.

Di: Dott. Ivan Santoro

Bibliografia e Sitografia

  1. Santoro I., prefazione Vernacchia A. (2019). E-book, quella piaga di lesione, testo riconducibile al seguente URL: https://www.ilditonellapiaga.it/quella-piaga-di-lesione-ebook-gratuito-2019/ .
  2. Breve storia delle RSA (2020). Testo riconducibile al seguente URL: https://www.cislpiemonte.it/pensionati-fnp/newsletter/breve-storia-delle-rsa/ .
  3. Matrice RACI cosa deve essere fatto e da chi (2022). Testo riconducibile al seguente URL: https://twproject.com/blog/it/matrice-raci-cosa-deve-essere-fatto-e-da-chi/?gclid=CjwKCAiA6seQBhAfEiwAvPqu1xKwTdxWo7juwusulsFsiljE4PFJB8U2WcEHSP14Tqr17jkFQTyU4hoCUoAQAvD_BwE .

 

 

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